Il teatro per l’educazione
Questa nuova sezione del sito di Casa dello Spettatore presenta e raccoglie documenti, testimonianze e riflessioni sul tema dell’educazione alla visione come contributo al consolidamento del patto educativo tra scuola e teatro. Un patto, e prima ancora un rapporto, che crediamo debba essere strutturato per sostenere il ruolo della scuola nella società, ossia per accompagnare quel percorso di formazione dell’individuo che l’istituzione scuola determina per larga parte ma non in maniera esclusiva. Una condizione di non esclusività che, peraltro, viene sperimentata quotidianamente anche dall’istituzione della famiglia.
Non è semplice elencare i fattori, le occasioni e i contesti che si affiancano o si sovrappongono, in modo più o meno conflittuale, alla responsabilità formativa della scuola e della famiglia lungo il processo di crescita delle giovani generazioni, che tiene insieme conoscenza, istruzione ed educazione. Nemmeno, però, si può immaginare una netta linea di demarcazione tra il tempo e lo spazio dell’educazione ufficiale e un residuale quanto astratto “rompete le righe” durante il quale bambine e bambini sperimentano un mondo altro, distante e staccato dall’esperienza quotidiana a scuola e in famiglia.
Non è un mondo staccato quello della meraviglia e della scoperta che il bambino ha bisogno di esplorare e sperimentare da solo e tra pari. È un mondo che la scuola e la famiglia hanno, però, la necessità di riconoscere nel suo evolvere costante per mantenere vivo il dialogo che accompagna la progressiva emancipazione del singolo all’interno della società; una società che per proseguire coesa, inclusiva e democratica ha bisogno di individui capaci di comporre la propria dimensione privata nel flusso della vita pubblica, in modo autonomo e armonioso, imparando a riconoscersi costantemente come singoli all’interno di una comunità.
Perché il teatro e la scuola?
Il teatro come luogo fisico e sentimentale della visione collettiva e in presenza vive da anni immerso in un mondo che offre a tutti noi, fin dai primi anni di vita, diverse e molteplici occasioni per sperimentare l’atto del guardare come via preferenziale di accesso alla conoscenza: un vedere che si sperimenta sempre più a distanza, nel tempo e nello spazio, sia rispetto all’oggetto della visione sia ai corpi degli altri che guardano nello stesso momento quello stesso oggetto culturale.
Potremmo parlare più semplicemente della differenza esistente tra il vedere dal vivo stando insieme e tutte le diverse forme di tele-visione che il progresso tecnologico continua a mettere a nostra disposizione, ma l’accezione corrente delle parole spettatore e solitudine forse ha bisogno di essere sottoposta a nuove verifiche in un momento storico in cui la dialettica tra esperienza reale e virtuale assume contorni sempre più sfumati.
La condivisione dello spazio fisico e l’esperienza non mediata sono stati per lungo tempo elementi comuni al teatro, nel dialogo tra spettatori e attori, e alla scuola, nella relazione tra insegnanti e studenti; le considerazioni già elaborate in passato e quelle necessarie oggi sul rapporto che lega all’esperienza del vedere una porzione sempre più rilevante del percorso personale di apprendimento e conoscenza, insieme a quelle sui modi in cui cambiano le modalità, le occasioni e gli strumenti che realizzano questo rapporto, disegnano i confini dello spazio di riflessione che inauguriamo oggi.
Casa dello Spettatore e il Movimento di Cooperazione Educativa
Abbiamo deciso di aprire questa finestra sull’educazione alla visione a partire dal dialogo con l’elaborazione teorica e pratica che il Movimento di Cooperazione Educativa (MCE) sviluppa da anni e che, di recente, ha dato vita al blog senzascuola.wordpress.com attivato durante il periodo di chiusura delle scuole dovuto all’emergenza sanitaria conseguente alla diffusione del Covid – 19 in Italia.
La relazione tra la ricerca sul ruolo dello spettatore teatrale confluita in Casa dello Spettatore e il lavoro di formazione permanente che il Movimento di Cooperazione Educativa tiene vivo nella comunità degli insegnanti, risale a diversi anni fa.
Vogliamo continuare a coltivare quel patrimonio comune e aprire questo spazio ai contributi di spettatrici e spettatori, di genitori, insegnanti, educatori e di quanti operano a diversi livelli per la promozione culturale e sociale, accomunati dalla convinzione che attivare processi di consapevolezza sull’esperienza del vedere sia, oggi più che mai, un passaggio decisivo per la formazione di cittadine e cittadini capaci di sperimentarsi, a qualunque età, nel processo di costruzione di una società democratica e inclusiva, fondata sulla condivisione della conoscenza e sull’educazione permanente.