CEDAC – Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo Sardegna ha affidato a Casa dello Spettatore il coordinamento dei lavori della giuria popolare nell’ambito della quarta edizione del concorso T-Challenge 2024. Per la formazione dei giovani giurati, provenienti dalle stesse scuole impegnate nel concorso teatrale, è stato organizzato un percorso di visione a cura di Casa dello Spettatore, che propone l’incontro e la discussione di tre spettcoli: due all’interno della rassegna organizzata dal CEDAC “Il Terzo Occhio” – Ottantanove e Quasi una serata – e uno – La supplente – in matinée per le scuole. Tre tappe di avvicinamento allo svolgimento dei lavori della giuria popolare.
Far parte di una giuria è un’esperienza che aggiunge alla condizione dell’essere spettatore la necessità di esprimere pubblicamente un giudizio individuale all’interno di un gruppo di pari. Cosa significa, quindi, essere un giurato e come si interpreta questo ruolo?
CEDAC in collaborazione con Casa dello Spettatore propone alle studentesse e agli studenti degli istituti coinvolti nel T-Challenge 2024 di partecipare alla costituzione di una giuria popolare a cui verrà destinato un ciclo di incontri preliminari e successivi alla visione degli spettacoli. Durante gli incontri si costruirà un dialogo aperto e libero con i contenuti, le forme e i linguaggi della scena, per fare in modo che il verdetto della giuria sia sintesi e conclusione di un percorso di avvicinamento al teatro, prima di tutto come fatto artistico e sociale. L’obiettivo è attivare nelle giurate nei giurati uno sguardo capace di aprire nuove possibilità di analisi, mettendo in equilibrio il gusto personale con la responsabilità che il compito di chi deve giudicare sollecita. Ogni incontro sarà supportato da materiali didattici appositamente predisposti che offriranno strumenti di analisi e spunti di riflessione. La proposta intende, quindi, accompagnare la formulazione del giudizio finale in modo consapevole e il più possibile condiviso.
IL PERCORSO DI VISIONE
Per imparare a guardare: una metodologia e tre spettacoli
Come tutte le cose che si acquisiscono anche imparare a vedere fa parte di un processo di apprendimento che deve passare per alcune tappe che costituiscono le fasi di una vera e propria “didattica”, capace di creare il terreno adatto ad accogliere l’esperienza del vedere insieme, dal vivo e non.
“Per didattica della visione s’intende quell’insieme di procedimenti e tecniche finalizzate alla formazione intenzionale dello spettatore teatrale. Nell’ottica di una didattica della visione, lo spettacolo, se vuole essere tappa intenzionale della formazione dello spettatore, deve diventare epicentro di una piccola o grande unità didattica, essere di riferimento di un prima e di un dopo e anche, se si vuole, di una serie di sviluppi. Vedere uno spettacolo, a tutti i livelli di età, è un’esperienza nella quale il bagaglio di attese e conoscenze con cui la si affronta è parte essenziale del risultato di fruizione che se ne ha (…) La didattica della visione mira in prima istanza a creare le basi perché il teatro sia compreso e amato nelle sue caratteristiche specifiche (…)”
(Giorgio Testa, fondatore di Casa dello Spettatore, 2005)
Il percorso dedicato alle giurate e i giurati in formazione include tre spettacoli: Ottantanove, La supplente e Quasi una serata, e intende costruire una comunità di spettatori che scoprono o riscoprono il piacere di frequentare il teatro insieme condividendo un’esperienza che intreccia conoscenza ed emozione. Agli spettatori prossimi giurati viene offerta una serie di incontri di approfondimento, prima e/o dopo la visione. Gli incontri vengono sviluppati con il supporto di documenti di ricerca appositamente predisposti per l’occasione: stimolo a un processo di progressiva consapevolezza dello spettatore e seme di una conoscenza specifica.
CALENDARIO
- 26 marzo – incontro in presenza
presentazione del percorso e preparazione alla visione dello spettacolo Ottantanove - 27 marzo – visione dello spettacolo Ottantanove
- 12 aprile – incontro in video conferenza per le conclusioni sullo spettacolo Ottantanove e
preparazione alla visione dello spettacolo La Supplente - 16 aprile – visione spettacolo La supplente
- 19 aprile – incontro in video conferenza per le conclusioni sullo spettacolo La Supplente e
preparazione alla visione dello spettacolo Quasi una serata - 23 aprile – visione spettacolo Quasi una Serata
- 29 aprile – incontro in video conferenza per le conclusioni sullo spettacolo Quasi una serata
e organizzazione per rassegna T-Challenge
GLI SPETTACOLI
27 marzo 2024 – Teatro Massimo
OTTANTANOVE
uno spettacolo di Elvira Frosini e Daniele Timpano
con Marco Cavalcoli, Elvira Frosini, Daniele Timpano, collaborazione artistica David Lescot, assistenza alla regia e collaborazione artistica Francesca Blancato, disegno luci Omar Scala, scene e costumi Marta Montevecchi, musiche originali e progetto sonoro Lorenzo Danesin, immagine del manifesto Valentina Pastorino, foto Ilaria Scarpa, Piero Tauro, drammaturgia e regia Elvira Frosini e Daniele Timpano, produzione Teatro Metastasio di Prato, SCARTI /Centro di Produzione Teatrale di Innovazione, in collaborazione con Kataklisma Teatro e Teatro di Roma / Teatro Nazionale, residenze artistiche Istituto Italiano di Cultura Parigi e Città delle 100 Scale Festival, Un ringraziamento a Compagnie du Kaïros – France. Spettacolo vincitore del Premio Ubu 2022 come Miglior nuovo testo italiano, Premio Ubu 2022 come Miglior attore a Marco Cavalcoli, Menzione Speciale ‘Franco Quadri’ nell’ambito del Premio Riccione 2019
1789. La Rivoluzione Francese tocca e cambia tutta l’Europa fondando il mondo in cui viviamo.
Ma cosa ne rimane 230 anni dopo? Elvira Frosini e Daniele Timpano, affiancati per la prima volta in scena da Marco Cavalcoli, con la loro scrittura affilata e spietatamente ironica, pronti ancora una volta a scandagliare e a smascherare l’apparato culturale occidentale con tutti i suoi simboli e le sue retoriche fino ad arrivare all’osso dei suoi miti fondativi.
Passato e presente, storia francese e storia italiana, modernità e postmodernità si sovrappongono sul palco in un percorso volto a mettere in crisi le nostre vite “democratiche” e l’immaginario legato al concetto di rivoluzione. Una rivoluzione è ancora possibile? E in che modo? Oppure si tratta di una cosa vecchia, novecentesca, conclusasi in un altro tempo e in un’altra Storia?
16 aprile 2024 – Teatro del Sogno TSE
LA SUPPLENTE
di Giuseppe Manfridi
con Elena Pau, regia Giuseppe Manfridi, musiche Alessandro Nidi, costumi Marco Nateri, luci Valentino Carcassi, ph Daniela Zedda
Un’ora di spettacolo che corrisponde a un’ora di supplenza. Durante quest’ora il pubblico è investito di un ruolo preciso, al pari di colei da cui è fronteggiato. Gli spettatori, infatti, comprenderanno ben presto di costituire la scolaresca per la quale una donna, ingombra di insondabili segreti, è stata chiamata a improvvisare una lezione sui poeti risorgimentali. Nulla di più scolastico, nulla di più ginnasiale. Sarà un caso, ma l’argomento non coglie impreparata Stella, la supplente, che parlando d’altro, in realtà sembra parlare di sé. Del suo essere segretamente scrittrice. Forse, una poetessa vera. Poetica, sicuramente. Il suo eloquio fa intuire una psiche sottoposta a profonde sofferenze tenute ostinatamente celate, mentre un contrappunto enigmatico scandisce il tempo della sua presenza nell’aula: schegge di frasi si intromettono a commentare quell’ora come se a pronunciarle fossero gli alunni stessi chiamati, successivamente, a deporre come testimoni di chissà quale drammatico avvenimento. Il che matura un clima da suspense, e strane tinte da racconto nero si spargono per la scena, malgrado l’ironia e il sense oh humor che pervade la lezione di Stella e, in generale, il suo modo di approcciarsi alla scolaresca. Forse, perciò, a tratti si potrà anche sorridere, ma mai abbassando la guardia di un’attenzione crescente imperniata su due domande vieppiù pungenti: chi è quella donna? E cosa mai è stata in grado di fare a termine della sua inquietante lezione?
23 aprile 2024 – Teatro del Sogno TSE
QUASI UNA SERATA
di Ethan Coen
Regia Davide Marranchelli, con Stefano Annoni, Paui Galli. Davide Marranchelli, Simone Severgnini, scene Anna Bonomelli, realizzazione scene Andrea Verga, foto e concept Federico Galimberti, produzione Il Giardino delle Ore e Mumble Teatro
Uno spettacolo geniale e irriverente; la prima di questo grande cineasta a teatro; uno spunto di riflessione sul rapporto tra l’umano e il grande mistero dell’esistenza. Dalla penna di Ethan Coen (autore e regista per il cinema insieme al fratello Joel) na-scono situazioni esilaranti e surreali, dove è il divino a essere a nostra immagine e so-miglianza, e non viceversa. Tra teatro dell’assurdo e ironia tipica della sua opera, alle situazioni evocate dai tre atti unici in cui si suddivide il testo, la scelta registica è stata quella di aggiungere un’ulte-riore scatola teatrale, in cui si muovono gli attori quasi surrealmente costretti, oltre che ai propri ruoli, al loro ruolo di artisti; che devono “muovere” il pubblico, per provare a trasformare quella che altrimenti sarebbe quasi una serata in una serata memorabile.