Venerdì 11 novembre alle ore 17.00 presso la Fondazione Eduardo De Filippo, il Teatro Pubblico Campano in collaborazione con Casa dello Spettatore organizza un incontro di avvicinamento alla visione dello spettacolo “Natale in casa Cupiello. Di Eduardo De Filippo. Spettacolo per attore cum figuris”, destinato ai docenti e agli studenti.
Che rapporto c’è tra il teatro di figura e il presepe? Due modi di pensare e agire la rappresentazione in un lungo cammino nella cultura fatto di tracce comuni e di approdi diversi; per un dialogo in occasione della rielaborazione proposta per omaggiare il novantesimo anniversario dell’opera.
L’incontro sarà supportato da materiali didattici appositamente strutturati per attivare una discussione aperta e condivisa sugli aspetti formali e contenutistici dello spettacolo. I materiali didattici saranno messi a disposizione anche per consentire ai docenti di riproporre il lavoro all’interno delle classi. A tale scopo il confronto, sia con gli insegnanti sia con gli studenti, seguirà una modalità di apprendimento cooperativo per valorizzare il coinvolgimento emotivo e cognitivo del gruppo senza imporre una visione precostituita. L’incontro della durata di circa tre ore si svolgerà in maniera orizzontale, cercando di stimolare attraverso gli spunti proposti una riflessione sui passi da compiere per trasformare l’esperienza della visione teatrale nell’epicentro di un processo educativo e didattico.
Per prenotazioni e informazioni:
Il Teatro del Sole di Francesca Calabrese: 3342373833 – ilteatrodelsole@gmail.com
SCENA MAESTRA, come dice il titolo, assume lo spettacolo nella sua valenza educativa, come luogo in cui la vita rappresentata è offerta allo sguardo come occasione, per lo spettatore, di conoscenza e presa di coscienza: un altro modo di imparare, una forma speciale di scuola per adulti. Una idea antica della funzione del teatro che il progetto riafferma (e rafforza con incontri di discussione e scambio), anche e anzi proprio perché occultata, oggi, da una percezione generalizzata dello spettacolo, di ogni tipo di spettacolo, come intrattenimento ed evasione.
LO SPETTACOLO
NATALE IN CASA CUPIELLO
Spettacolo per attore cum figuris
di Eduardo De Filippo
da un’idea di Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia, con Luca Saccoia, regia Lello Serao, spazio scenico, maschere e pupazzi Tiziano Fario, manovratori Salvatore Bertone, Paola Maria Cacace, Lorenzo Ferrara, Oussama Lardjani, Irene Vecchia, formazione e coordinamento manovratori Irene Vecchia, luci Luigi Biondi e Giuseppe Di Lorenzo, costumi Federica del Gaudio, musiche originali Luca Toller, realizzazione scene Ivan Gordiano Borrelli, assistente alla regia Emanuele Sacchetti, datore luci Paco Summonte, mastering Luigi Di Martino, fonica Mattia Santangelo, progetto grafico Salvatore Fiore, documentazione video Francesco Mucci, direttore di produzione Hilenia De Falco, un progetto a cura di Interno 5 e Teatri Associati di Napoli, in coproduzione con Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini con il sostegno della Fondazione De Filippo per i 90 anni di Natale in casa Cupiello
Natale in casa Cupiello, prodotto da Teatri Associati di Napoli è fedele al testo di Eduardo, nasce come un’installazione teatrale “viva” per un attore cum figuris. L’ambientazione è quella di un grande presepe in cui si muovono l’attore e le figure animate, che lui stesso manovra. Qui Tommasino viene raffigurato come simbolo di un cambiamento, pensando che il suo fatidico “sì” alla famosa domanda paterna sul presepe, non sia solo un modo di accontentare il padre morente ma l’inizio di un nuovo percorso.
Note di regia
Il progetto nasce da un’idea di Luca Saccoia e Vincenzo Ambrosino che ha preso corpo dall’incontro con il sottoscritto e lo scenografo Tiziano Fario.
Il presepe è l’orizzonte dentro cui si muove tutta l’opera sia in senso reale che metaforico, il presepe è l’elemento necessario a Luca Cupiello per sperare in una umanità rinnovata e senza conflitti, ma è anche la rappresentazione della nascita e della morte, è il tempo del passaggio dal vecchio al nuovo, è la miscela tra passato e presente, è una iconografia consolidata e al tempo stesso da destrutturare di continuo, il Presepe si rifà ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere e non piacere.
E’ proprio da questa ultima affermazione che siamo partiti, cosa è diventato quel Tommasino, “Nennillo”, così come lo appella la madre, considerandolo un eterno bambino? Come si è trasformato dopo quel fatidico “si” sul letto di morte del padre? A queste risposte abbiamo provato a dare corpo immaginando che Tommasino abbia pronunciato quel “si” convinto, che da allora in poi, dovesse esserci un cambiamento, pensando che non fosse solo un modo di accontentare il padre morente, ma che fosse l’inizio di un percorso nuovo, di una nascita, così come il Presepe racconta. Ecco allora Tommasino farsi interprete a suo modo di una tradizione, eccolo testimone di un rito e di una rievocazione di fatti e accadimenti familiari comici e tragici che hanno segnato la sua vita e quella di quanti alla rappresentazione prendono parte.
Per farlo, per rendere ripetibile il rito, Tommasino si serve di pupazzi, di figure che si rianimano dentro i suoi sogni/incubi, che continuano a riaffacciarsi ogni anno come il Presepe e i suoi pastori. Si lascia sorprendere ancora una volta dalle storie che questi raccontano, vi prende parte, gli fornisce le battute, riaccarezza il sogno di Luca Cupiello di smussare i conflitti attraverso il rituale del Presepe.
Lello Serao