Il percorso di visione In cerca d’attore prosegue martedì 10 maggio alle ore 21.00 con Glory Wall al Teatro Vascello.
Abbiamo riservato 20 biglietti al costo agevolato di € 15,00. Per partecipare effettuare un bonifico sull’IBAN IT17T0200832974001473243547 e dare comunicazione dell’avvenuto pagamento tramite whatsapp o sms al numero 3493167226
Glory Wall
nuova produzione 2020 | di Leonardo Manzan e Rocco Placidi | con Leonardo Manzan, Rocco Placidi, Paola Giannini e Giulia Mancini | scenografie Giuseppe Stellato | light designer Paride Donatelli | sound designer Filippo Lilli | regia Leonardo Manzan | produzione La Fabbrica dell’Attore -Teatro Vascello, Elledieffe | Miglior spettacolo de La Biennale Teatro 2020
Leonardo Manzan, classe 1992, si diploma attore alla Civica Scuola di Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Esordisce alla regia con lo spettacolo It’s App to You (vincitore di numerosi premi tra cui InBox 2018). Vince il bando per registi Under 30 della Biennale di Venezia 2018/19 con lo spettacolo-concerto Cirano deve morire. Invitato alla Biennale Teatro 2020, presenta lo spettacolo Glory Wall che si aggiudica il premio come Miglior spettacolo, ed è la sua personale interpretazione del tema del Festival: la censura.
“l’arte vive di costrizioni e muore di libertà” Paul Valéry
Affiancato – sia nella scrittura che in scena – dalla preziosa collaborazione del suo coetaneo Rocco Placidi, Manzan si misura dunque con il tema che Antonio Latella ha scelto per la Biennale Teatro 2020: la censura. Un tema delicato, affascinante e attuale, soprattutto se lo si accosta al concetto di Teatro. L’arte vive di costrizioni e muore di libertà: la censura è quindi vitale per l’arte, l’arte è scandalo e lo scandalo a sua volta implica la censura.
Un vero e proprio corto circuito di idee e spunti di riflessione sui quali sta lavorando il giovane autore e regista.
Note di regia:
Cos’è la censura? Cosa si censura? Ci sono dei campi più soggetti alla censura? E se sì perché? Qual è il limite da superare oggi, in Italia, per essere censurati?
L’arte che disturba, scandalizza, crea disordine; la censura che si preoccupa dell’ordine sociale mantenendo l’ordine dell’immaginazione e di conseguenza l’ordinarietà dell’immaginazione. Il gioco è questo.
Eppure non è ridicolo scandalizzarsi, spaventarsi e infine censurare qualcosa che non è reale? Perché ci si indigna di più a teatro? Il palco sembra amplificare significati e effetti di cose che nel mondo ci lasciano indifferenti. In effetti la cosa non è per niente ridicola, perché è nell’immaginazione che siamo più vulnerabili e continuamente soggetti alla più sottile e perfetta forma di censura, che è quella che sembra venire da noi stessi.
De Sade dice che un limite c’è, tra ciò che è possibile immaginare e ciò che è possibile realizzare. Ma è un limite che alla censura non interessa. La censura colpisce la realtà ma il suo obiettivo è l’immaginazione.
Il suo occhio è rivolto alla cronaca, ma la sua vera ambizione sono le anime.
Leonardo Manzan