Casa dello Spettatore costruisce e realizza occasioni per approfondire e discutere il ruolo del pubblico nella pratica viva della visione teatrale. In collaborazione con Teatro Kismet Opera / Teatri di Bari propone in collegameto con la stagione 2021/2022 tre seminari per costruire intorno a tre spettacoli – In exitu, Pupo di zucchero e Il bacio della vedova – un progetto che in un’articolazione varia possa raccontare diversi approcci capaci di condurre ad una visione più consapevole. Una ricerca per sperimentare modi possibili in cui accompagnare lo sguardo, ma dentro esperienze diverse, per intraprendere un percorso con l’obiettivo di mobilitare conoscenze e interrogativi, in un processo che si nutre di incontri, scoperte e punti di vista.
Teatro Kismet Opera
Strada san Giorgio Martire 22/f
11-12 dicembre
IN EXITU
25-26 febbraio
PUPO DI ZUCCHERO
9-10 aprile
IL BACIO DELLA VEDOVA
IN EXITU
Un seminario che prendendo a riferimento lo spettacolo di e con Roberto Latini In Exitu, dall’omonimo romanzo di Giovanni Testori, sarà occasione per una riflessione intorno al rapporto tra narrativo e rappresentazione drammatica: dalla pagina alla scena.
CALENDARIO
11 dicembre ore 16.00-20.00
SEMINARIO
11 dicembre ore 21.00
SPETTACOLO
12 dicembre 16.00-20.00
SEMINARIO
LO SPETTACOLO
IN EXITU
dall’omonimo romanzo di Giovanni Testori
nell’adattamento, interpretazione e regia di Roberto Latini | musiche e suono Gianluca Misiti | luci e direzione tecnica Max Mugnai | collaborazione tecnica Riccardo Gargiulo, Marco Mencacci, Gianluca Tomasella | produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi | con la collaborazione di Armunia Festival Costa degli Etruschi, Associazione Giovanni Testori, Napoli Teatro Festival Italia | con il contributo di Regione Toscana e MiBAC
Continua l’incontro e lo scambio artistico di Sandro Lombardi e Federico Tiezzi con Roberto Latini, che da qualche anno collaborano nella realizzazione di spettacoli e progetti come il Teatro Laboratorio della Toscana. Prosegue la storia della Compagnia con Giovanni Testori e il lavoro di ricerca sulle lingue segrete del teatro. Marcel Proust sostiene che i bei libri sono scritti come in una lingua straniera cosicché, secondo lo scrittore francese, ogni lettore, sotto ogni parola, può mettere il proprio senso o almeno la propria immagine, che spesso è un ‘contro senso’. Anche per l’attore ogni testo è come se fosse scritto in una lingua straniera e il suo compito è tradurre da questa lingua nella propria. Adesso sarà Roberto Latini ad affrontare la furente inventività linguistica di In exitu, 1988, e a dare vita alla parola testoriana. L’uscita di scena di un tossico degli anni ’80 in una città qualsiasi tra le Milano di un nord qualsiasi è dolore e solitudine straziante di una vita consumata in evasione, in eversione. La narrazione cede il passo alla forma e si sostanzia su un piano raffinatamente linguistico. Testori come fosse il pusher di una lingua teatrale che si fa linguaggio. Drogato è il testo e le parole sfidano il pensiero e la sintassi, come l’Ulisse di Joyce, il Lucky di Beckett, come agli orli della vita, direbbe Pirandello. Tutto sembra svilupparsi nella sensazione del fondamentale e iniziatico “Quem quaeritis” del Teatro Sacro Medievale. In mezzo, c’è una nebbia incapace di fermare il tempo e la consolazione. In Exitu è come una Pietà. La parabola parabolica di vita vissuta da Riboldi Gino è quella di un povero Cristo tenuto in braccio da Madonne immaginate, respirate, disarticolate, nella fonetica di una dizione sollecitata fino all’imbarazzo tra suono e senso, come fossero le parole ad essere infine deposte dalla croce sulle quali Testori le ha inchiodate.
“Chi cercate?”
“Non è qui!”,
risponderebbe l’angelo.
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PUPO DI ZUCCHERO
Un seminario che prendendo a riferimento lo spettacolo di Emma Dante Pupo di zucchero intende indagare il rapporto tra rito, tradizione popolare e teatro intorno al tema della morte.
CALENDARIO
25 febbraio ore 16.00-20.00
SEMINARIO
25 febbraio ore 21.00
SPETTACOLO
26 febbraio ore 9.00 – 13.00
SEMINARIO
LO SPETTACOLO
PUPO DI ZUCCHERO
liberamente ispirato a “lo cunto de li cunti” di Gianbattista Basile | testo e regia Emma Dante | con Carmine Maringola (il Vecchio), Nancy Trabona (Rosa), Maria Sgro (Viola), Federica Greco (Primula), Sandro Maria Campagna (Pedro), Giuseppe Lino (Papà), Stephanie Taillandier (Mammina), Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout (Pasqualino), Martina Caracappa (zia Rita), Valter Sarzi Sartori (zio Antonio) | costumi Emma Dante | sculture Cesare Inzerillo | luci Cristian Zucaro | assistente ai costumi Italia Carroccio | assistente di produzione Daniela Gusmano | coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma | produzione Sud Costa Occidentale in coproduzione con Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Scène National Châteauvallon-Liberté / ExtraPôle Provence-Alpes-Côte d’Azur / Teatro Biondo di Palermo / La Criée Théâtre National de Marseille / Festival d’Avignon / Anthéa Antipolis Théâtre d’Antibes / Carnezzeria e con il sostegno dei Fondi di integrazione per i giovani artisti teatrali della DRAC PACA e della Regione Sud
“Si devono avere ricordi di molte notti d’amore, nessuna uguale all’altra, di grida di partorienti, e di lievi, bianche puerpere addormentate che si richiudono. Ma anche presso i moribondi si deve essere stati, si deve essere rimasti presso i morti nella camera con la finestra aperta e i rumori che giungono a folate. E anche avere ricordi non basta. Si deve poterli dimenticare, quando sono molti, e si deve avere la grande pazienza di aspettare che ritornino. Poiché i ricordi di per se stessi ancora non sono. Solo quando divengono in noi sangue, sguardo e gesto, senza nome e non più scindibili da noi, solo allora può darsi che in una rarissima ora sorga nel loro centro e ne esca la prima parola di un verso.”
da i quaderni di Malte Laurids Brigge di Rainer Maria Rilke
Il 2 novembre è il giorno dei morti. Un vecchio ‘nzenziglio e spetacchiato, rimasto solo in una casa vuota, prepara una pietanza tradizionale per onorare la festa. Con acqua, farina e zucchero il vecchio impasta l’esca pe li pesci de lo cielo: il pupo di zucchero, una statuetta antropomorfa dipinta con colori vivaci. In attesa che l’impasto lieviti richiama alla memoria la sua famiglia di morti. La casa si riempie di ricordi e di vita: mammina, una vecchia dal core tremmolante, il giovane padre disperso in mare, le sorelle Rosa, Primula e Viola “tre ciuri c’addorano ‘e primmavera”, Pedro dalla Spagna che si strugge d’amore per Viola, zio Antonio e zia Rita che s’abboffavano ‘e mazzate, Pasqualino il figlio adottivo.
Secondo la tradizione in alcuni luoghi del Meridione c’è l’usanza di organizzare banchetti ricchi di dolci e biscotti in cambio dei regali che, il 2 novembre, i parenti defunti portavano ai bambini dal regno dei morti. Durante il rituale, in quella notte, la cena era un momento di patrofagia simbolica; nel senso che il valore originario dei dolci antropomorfi era quello di raffigurare le anime dei defunti. Cibandosi di essi, era come se ci si cibasse dei propri cari.
Liberamente ispirato allo cunto de li cunti di Gianbattista Basile, lo spettacolo racconta la storia di un vecchio che per sconfiggere la solitudine invita a cena, nella loro antica dimora, i defunti della famiglia. Nella notte fra l’uno e il due novembre, lascia le porte aperte per farli entrare.
Nello spettacolo, sono presenti dieci sculture create da Cesare Inzerillo che mostrano il corpo osceno della morte. In “Pupo di zucchero” la morte non è un tabù, non è scandalosa, ciò che il vecchio vede e ci mostra è una parte inscindibile della sua vita. Ciò non può che intenerirci. La stanza arredata dai ricordi diventa una sala da ballo dove i morti, ritrovando le loro abitudini, festeggiano la vita.
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IL BACIO DELLA VEDOVA
Un seminario che prende a riferimento lo spettacolo di Teresa Ludovico Il bacio della vedova per indagare le questioni legate alla drammaturgia contemporanea, al suo rapporto con il presente, al suo modo di rappresentarlo. Una ricerca aperta e condivisa sulla produzione contemporanea a partire da un testo di Israel Horovitz uno dei più prolifici drammaturghi statunitensi del XX secolo.
CALENDARIO
9 aprile ore 16.00-20.00
SEMINARIO
9 aprile ore 21.00
SPETTACOLO
10 aprile ore 9.00 – 13.00
SEMINARIO
LO SPETTACOLO
IL BACIO DELLA VEDOVA
di Israel Horovitz
traduzione Mariella Minozzi | regia Teresa Ludovico | spazio scenico e luci Vincent Longuemare con Diletta Acquaviva, Alessandro Lussiana / Mario Cangiano, Michele Schiano Di Cola cura del movimento Vito Cassano | assistente Loreta Guario | cura della produzione Sabrina Cocco | collaborazione ai costumi Angela Troiani
Nello spogliatoio di un magazzino, Archie e George, due giovani operai arroganti e strafottenti, a fine turno di lavoro, scherzano sulle rispettive conquiste amorose. Archie rivela all’amico che Margy, una loro vecchia compagna di scuola, è tornata dalla città per assistere il fratello gravemente ammalato e gli ha chiesto di andare a cena con lei. L’atteggiamento goliardico con cui viene accolta la notizia sfuma rapidamente in una tensione carica d’aspettative quando Margy, donna istruita e di mondo, ormai lontana dalla vita della provincia, fa il suo ingresso in scena, rompendo l’apparente complicità che lega i due amici. In un’abile danza di allusioni, provocazioni, ricordi e dimenticanze, la donna scava nel livore che serpeggia fra i due uomini, costringendoli a rivivere una sera di molti anni prima quando, durante la festa di fine anno sulla spiaggia, fu violata la sacralità di un’amicizia nata sui banchi di scuola. I dialoghi pungenti di Israel Horovitz, le grottesche e vibranti partiture fisiche degli attori e le livide scansioni luminose e sonore dello spazio scenico accompagneranno lo spettatore in quel cono d’ombra che ci abita.
Teresa Ludovico