Scannasurice

Domenica 25 ottobre 2020 Casa dello Spettatore organizza un incontro di educazione alla visione intorno allo spettacolo Scannasurice al Teatro Vascello. Imma Villa su testo di Enzo Moscato per la regia di Carlo Cerciello.

Ogni appuntamento di Casa dello Spettatore prevede incontri di didattica della visione preliminari e/o successivi allo spettacolo, condotti dai mediatori teatrali dell’associazione con il supporto di documenti appositamente struttrati per l’occasione.

Casa dello Spettatore all’interno della programmazione teatrale romana compone percorsi di visione strutturati sulla base di nuclei tematici o di linguaggio, aperti anche ad una combinazione personale, operata dal pubblico. Percorsi nella città e nella cultura – a volte singole occasioni, o operazioni speciali – tappe di un viaggio che, attraverso incontri prima e dopo la visione, costituisce un’esperienza che intreccia conoscenza ed emozione. Il risultato è la nascita di piccole comunità di spettatori e spettatrici che riscoprono il piacere di frequentare il teatro insieme.

L’azione di Casa dello Spettatore su SCANNASURICE fa parte della nuova programmazione per la stagione 2019/2020 di “Casa dello Spettatore. Per una formazione del pubblico” realizzato con il sostegno del MiBACT

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

Per tutte le informazioni sui costi e sulla modalità di prenotazione:

349 316 7226 (WhatsApp) – info@casadellospettatore.it

IL PROGRAMMA

Teatro Vascello
Via Giacinto Carini, 78

Ore 15.45
Incontro Casa dello Spettatore

Ore 17.00
Spettacolo

LO SPETTACOLO

di Enzo Moscato | regia Carlo Cerciello | con Imma Villa | scene Roberto Crea | costumi Daniela Ciancio | suono Hubert Westkemper | musiche originali Paolo Coletta | disegno luci Cesare Accetta | produzione Elledieffe, Teatro Elicantropo
Premio Mario Mieli 2018 ad Imma Villa come Miglior interprete | Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2017 ad Imma Villa come Miglior interprete di monologo | Premio della Critica (A.N. C. T.) 2015 come Miglior spettacolo | Premio Annibale Ruccello 2015 | Premio PulcinellaMente 2015

Scannasurice è il testo che nel 1982 segnò il debutto di Enzo Moscato come autore e interprete. Nel 2015 è stato messo in scena da Carlo Cerciello che ne ha affidato l’interpretazione a una straordinaria Imma Villa (Premio Le Maschere 2017 e Premio Mieli 2018 come Migliore Interprete) ed è diventato negli anni un apprezzato piccolo “cult”. Si è aggiudicato anche il Premio della Critica: “Per essere sintesi preziosa ed evocativa tra un testo – quello potente di Enzo Moscato, immagine di una città terremotata e fragile nelle fondamenta della sua articolata struttura così come della sua identità –, un’interpretazione poeticamente superba nella sua drammaticità – quella di Imma Villa, la cui maestria d’attrice restituisce realismo e intensità al personaggio che interpreta con vibrante tensione –, e una regia complessa e accurata – firmata Carlo Cerciello – in grado di valorizzare ogni sua singola componente e, nella sua unitarietà, porsi quale virtuale luogo teatrale e reale, in cui l’estetica si fonde con la recente storia napoletana […]”.

Ambientato dopo il terremoto del 1980 a Napoli, Scannasurice è una sorta di discesa agli “inferi”, di un personaggio dall’identità androgina, nell’ipogeo napoletano dove abita, all’interno di una stamberga, tra gli elementi più arcani della napoletanità, in compagnia dei topi – metafora dei napoletani stessi – e dei fantasmi delle leggende metropolitane partenopee, dalla Bella ‘mbriana al Munaciello, tra spazzatura e oggetti simbolo della sua condizione, alla ricerca di un’identità smarrita dentro le macerie della storia e della sua quotidianità terremotata, fisicamente e metafisicamente. Il personaggio fa la vita, “batte”. È, originariamente, un “femminiello” dei Quartieri Spagnoli di Napoli, ma i femminielli di Enzo Moscato sono creature senza identità, quasi mitologiche. Oltre l’identità sessuale, sono quasi magiche. Per questo ne è interprete un’attrice che del personaggio esalta l’ambiguità e l’eccesso. In un dialetto lirico e suggestivo, la creatura a metà tra l’osceno e il sublime distilla imprecazioni esilaranti, filastrocche popolari e antiche memorie in un’alternanza di ritmi e di sonorità rendendo un testo ed uno spettacolo propriamente caratterizzato dalla parola profondamente affascinante. Cerciello coniuga qui i due finali scritti da Moscato in due momenti successivi: il primo nel 1982, il secondo, su impulso di Annibale Ruccello che ne fece la regia due anni dopo. Di una morte simbolica comunque si tratta, nel segno di un pessimismo che lascia poche vie di fuga.

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2021-01-09T13:28:18+00:00