Domenica 5 febbraio alle ore 18.00 presso il Teatro Lo Spazio – Via Locri, 42, con DAIMON – L’ultimo canto di John Keats, inizia il percorso di visione Biografie teatrali: quando in scena si intrecciano storie di vita vissuta e immaginata, a cura di Ivana Conte e Paolo Gaspari.
Costo agevolato di 12,00 euro per Casa dello Spettatore
Per informazioni sulla disponibilità di posti 3493167226.
PER ADESIONI
Una volta verificata la disponibilità dei posti, effettuare un bonifico sull’IBAN IT17T0200832974001473243547 e dare comunicazione dell’avvenuto pagamento tramite whatsapp o sms al numero 3493167226 entro il 31 gennaio.
LO SPETTACOLO
DAIMON – L’ultimo canto di John Keats
Uno spettacolo musicale diretto e interpretato da Gianni De Feo su testo di Paolo Vanacore
In un freddo e ventoso autunno romano, il grande psicanalista e filosofo James Hillman percorre la strada lastricata di foglie di platano che dal lungotevere conduce alla Piramide Cestia dove è seppellito il poeta inglese John Keats, colui che Hillman stesso considera la propria nobile guida: il daimon, una presenza divina incaricata di portare a compimento il disegno superiore che la nostra anima ha scelto prima di nascere e di cui ognuno di noi si è dimenticato nel momento in cui è venuto al mondo. Un incontro reale e sovrannaturale allo stesso tempo, che diventa ricerca della propria vocazione come memoria di qualcosa di indefinito che durante l’esistenza non riusciamo mai ad afferrare e che ci fa sentire sempre in qualche modo incompiuti. Hillman riprende il concetto di Keats della poesia intesa come “fare anima” dove per “fare anima” si intende uno sforzo nella comprensione di sé stessi al fine di acquisire una propria singolare identità e, ovviamente, la giusta collocazione nel mondo che ci circonda. La trama del racconto di Vanacore si interseca tra poesia musica e canzoni, in una scenografia essenziale. Pochi elementi che sembrano emergere dalla sabbia o sospesi sulle onde del mare, quell’Oceano infinito che bagna Atlantic City, da dove riemergono i primi ricordi dell’infanzia. Fanno da sfondo immagini proiettate, segni astratti di colori contrastanti, elaborati appositamente da Roberto Rinaldi, come a dare forma alla parola seguendo il filo della narrazione. Una narrazione contrappuntata da brevi picchi poetici su brandelli lirici dello stesso Keats, evocati dalla voce di Leo Gullotta. Infine, alcune tra le più suggestive canzoni di Franco Battiato e Giuni Russo, cantate dal vivo da De Feo sugli arrangiamenti di Alessandro Panatteri, per delineare il percorso più intimo e sottile di questo viaggio dell’Anima, all’Ombra della Luce.