Giallomare Minimal Teatro e Rete Teatrale Aretina hanno affidato a Casa dello Spettatore la conduzione del corso di formazione per operatori e mediatori teatrali “Plateale”.
Un percorso in quattro tappe su metodologia, problematiche, strumenti e pratiche dell’educazione alla visione per strutturare il dialogo tra platea e palco. Contesti, questioni e tipi di destinatari diversi: l’incontro con la danza contemporanea, il rapporto educativo tra il teatro per le giovani generazioni e la scuola, la costruzione di un percorso di visione in festival, l’animazione teatrale tra libro e nuovi media.
LE QUATTRO TAPPE
Luglio 2022
Sansepolcro
Insectum
Ottobre 2022
Arezzo
Festival dello Spettatore
Marzo 2023
Castelfiorentino
Teatro fra le generazioni
Maggio 2023
Empoli
Leggenda Festival
16 luglio 2022 Sansepolcro (Kilowatt festival)
Insectum
Il mondo dal punto di vista di un insetto
Danza
Prima Nazionale
Silvia Gribaudi / Tereza Ondrová
Insectum in Sansepolcro
di e con Silvia Gribaudi, Tereza Ondrová
disegno luci Katarína Morávek Ďuricová
produzione Zebra, Temporary Collective / Daniela Řeháková
coproduzione Tanec Praha, Operaestate Festival Veneto, CSC di Bassano del Grappa
performance ispirata a In-sectum project di Sara Michieletto, Elisabetta Zavoli
con il supporto di Ministerstvo kultury ČR, Hlavní město Praha, Tanec Praha / Ponec-dance venue, Studio Alta, Rezi.Dance – Komařice
Possiamo dare una svolta al nostro stile di vita ispirandoci ad altri esseri viventi? Attraverso l’esplorazione e la messa in discussione dei propri corpi, le performer si rapportano al mondo animale e sovvertono la consueta visione antropocentrica della realtà.
Silvia Gribaudi, dal 2004, focalizza la propria ricerca artistica sull’impatto sociale del corpo, mettendo la comicità e il dialogo al centro del linguaggio coreografico. Tereza Ondrová ha co-fondato la compagnia VerTeDance e insegna alla Facoltà di Teatro dell’Accademia delle Arti dello Spettacolo di Praga.
durata: 45’
spettacolo non verbale
1 ottobre 2022 Arezzo (Festival dello Spettatore)
Natale in casa Cupiello
di Eduardo De Filippo
spettacolo per attore cum figuris
da un’idea di Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia, regia Lello Serao, spazio scenico, maschere e pupazzi Tiziano Fario, con Luca Saccoia, manovratori Salvatore Bertone, Paola Maria Cacace, Lorenzo Ferrara, Oussama Lardjani, Irene Vecchia, formazione e coordinamento manovratori Irene Vecchia, luci Luigi Biondi e Giuseppe di Lorenzo, costumi Federica del Gaudio, musiche originali Luca Toller, realizzazione scene Ivan Gordiano Borrelli, assistente alla regia Emanuele Sacchetti, datore luci Paco Summonte, mastering Luigi Di Martino, fonica Mattia Santangelo, progetto grafico Salvatore Fiore,documentazione video Francesco Mucci, direttore di produzione Hilenia De Falco. Produzione Teatri Associati di Napoli e Interno 5 con il sostegno di Fondazione Eduardo De Filippo e Teatro Augusteo
“Il progetto nasce da un’idea di Luca Saccoia e Vincenzo Ambrosino che ha preso corpo dall’incontro con il sottoscritto e lo scenografo Tiziano Fario.
Il presepe è l’orizzonte dentro cui si muove tutta l’opera sia in senso reale che metaforico, il presepe è l’elemento necessario a Luca Cupiello per sperare in una umanità rinnovata e senza conflitti, ma è anche la rappresentazione della nascita e della morte, è il tempo del passaggio dal vecchio al nuovo, è la miscela tra passato e presente, è una iconografia consolidata e al tempo stesso da destrutturare di continuo, il Presepe si rifà ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere e non piacere.
E’ proprio da questa ultima affermazione che siamo partiti, cosa è diventato quel Tommasino, “Nennillo”, così come lo appella la madre, considerandolo un eterno bambino? Come si è trasformato dopo quel fatidico “si” sul letto di morte del padre?
A queste risposte abbiamo provato a dare corpo immaginando che Tommasino abbia pronunciato quel “si” convinto, che da allora in poi, dovesse esserci un cambiamento, pensando che non fosse solo un modo di accontentare il padre morente, ma che fosse l’inizio di un percorso nuovo, di una nascita, così come il Presepe racconta.
Ecco allora Tommasino farsi interprete a suo modo di una tradizione, eccolo testimone di un rito e di una rievocazione di fatti e accadimenti familiari comici e tragici che hanno segnato la sua vita e quella di quanti alla rappresentazione prendono parte.
Per farlo, per rendere ripetibile il rito, Tommasino si serve di pupazzi, di figure che si rianimano dentro i suoi sogni/incubi, che continuano a riaffacciarsi ogni anno come il Presepe e i suoi pastori. Si lascia sorprendere ancora una volta dalle storie che questi raccontano, vi prende parte, gli fornisce le battute, riaccarezza il sogno di Luca Cupiello di smussare i conflitti attraverso il rituale del Presepe.”
Lello Serao