Dialogo con gli antichi

Il dialogo con gli antichi è uno spazio che riempie di significati possibili la distanza con il passato, recuperandone la voce universale e attuale attraverso la mediazione del teatro contemporaneo.

A cura di Roberta Ortolano

N.B. Ogni appuntamento dei percorsi di visione prevede incontri di didattica della visione preliminari e/o successivi allo spettacolo, condotti dai curatori del percorso. Ogni partecipante riceverà il documento di ricerca appositamente predisposto per l’occasione. 

Gli spettacoli

25 settembre 2019 ore 21.00
Teatro Argentina
Largo di Torre Argentina, 52

Orestes in  Mosul

con Duraid Abbas Ghaieb, Susana AbdulMajid, Elsie de Brauw, Risto Kübar,
Johan Leysen, Bert Luppes, Marijke Pinoy
in video
attori Baraa Ali, Khitam Idress, Khalid Rawimusicisti Suleik Salim Al-Khabbaz, Saif Al-Taee, Firas Atraqchi, Nabeel Atraqchi, Zaidun Haitham, Rabee Nameer
coro Ahmed Abdul, Razzaq Hussein, Hatal Al-Hianey, Younis Anad Gabori, Mustafa Dargham, Abdallah Nawfal, Mohamed Saalim, Rayan Shihab Ahmed, Hassan Taha
testo Milo Rau & ensemble basato su Orestea di Eschilo
regia Milo Rau
drammaturgia Stefan Bläske scena ruimtevaarders costumi An De Mol
light design Dennis Diels film Moritz von Dungern, Daniel Demoustier
montaggio del film Joris Vertenten
arrangiamento musicale e composizione Saskia Venegas Aernouts
assistente alla regia Katelijne Laevens suono Dimitri Devos
tecnico video Stijn Pauwels tecnico luci Dennis Diels, Geert de Rodder
tecnico di scena Jeroen Vanhoutte drammaturgia interna Liam Rees
musiche Roland Orzabal (Mad World)
Suleik Salim Al-Khabbaz & Harif Ma’ad (Ala Adhafi)
Considerato un genio del teatro contemporaneo dalla critica mondiale, Milo Rau si confronta con la più oscura tragedia di morte dei nostri anni e porta sul palco dell’Argentina Orestes In Mosul, ambientando l’Orestea di Eschilo nel contesto della guerra contro l’IS. Uno spettacolo che riflette sulla realtà e la sua rappresentazione e ci mette faccia a faccia con la violenza, la compassione e il perdono dell’antica tragedia.

22 novembre 2019
ore 19.00 incontro – Sala Enriquez
ore 21.00 spettacolo
Teatro Argentina
Largo di Torre Argentina

Satyricon

di Francesco Piccolo
ispirato a Petronio
regia Andrea De Rosa
con Noemi Apuzzo, Alessandra Borgia, Francesca Cutolo, Michelangelo Dalisi,
Flavio Francucci, Antonino Iuorio, Serena Mazzei, Lorenzo Parrotto, Anna Redi, Andrea Volpetti
scene e costumi Simone Mannino luci Pasquale Mari sound design G.U.P. Alcaro
Nel 66 d.C. moriva Petronio Arbitro, maestro di buon gusto alla corte di Nerone, travolto dalla repressione di una congiura alla quale sembra non avesse partecipato. Tradizionalmente si attribuisce a lui il testo noto come Satyricon, pervenutoci in forma frammentaria e noto al grande pubblico soprattutto per la geniale (e libera) rilettura di Fellini. Francesco Piccolo, ispirandosi al Satyricon di Petronio, che della decadenza dell’impero romano fece un ritratto memorabile, scrive un testo che tenta di raccontare la nostra decadenza, cercando di coglierne la peculiarità.

12 febbraio 2020
ore 19.00 incontro
ore 21.00 spettacolo
Teatro Basilica
Piazza di Porta San Giovanni, 10

Dimmi Tiresia

di e regia Luisa Stagni
coreografia Luca Piomponi
con Lucrezia Serafini, Luca Piomponi e Luisa Stagni
supervisione artistica Aurelio Gatti
Mda produzioni danza
Il vecchio Tiresia ci narra dei miti dai quali nasce il suo bizzarro, tragico destino; di quando fu donna e di quando fu uomo, e dell’incontro con gli dei e dell’eterna, ingiusta, punizione: sette generazioni da viver sulla terra e la Veggenza a lui concessa dagli dei, è un grande peso, una insostenibile condizione umana, un conflitto reso eterno. Destino e punizione: vedere e sapere ciò che accadrà e non desiderarlo; Lui, il cieco, non può evitare di “vedere” l’umano destino. Quel sapere sconforta e opprime il suo impotente essere. Il suo dire, le sue parole prendono corpo, come fiammelle danzanti, evocate dal suo narrare, esse son coro, son donna e giovane uomo, son desiderio e son il kronos destinato a fermarsi. Sono passato e futuro, son madre e figlio, son voce del refrattario veggente, alter ego ribelle. Tiresia attraversa numerosi stati, passa da un piano di conoscenza a un altro.: la notte scende sui suoi occhi perché folgorati da una visione insopportabile, in cui oltrepassa il limite rigidamente fissato per l’essere umano… Le sue capacità profetiche non sono una compensazione per la perdita subita, ma il superamento di una conoscenza empirica a favore di un “modo altro” di sapere le cose e di comprendere la realtà, conoscere lo spazio-tempo. Una grande suggestione per una ricerca sull’elaborazione cognitiva dello spazio. Infatti, in assenza della vista, i due sistemi percettivi, udito e tatto, prendono in carico la conoscenza dello spazio, utilizzando strategie differenti, perché udito e tatto dipendono dalla successione sequenziale, mentre la visione ha il dominio della simultaneità. Ricerca possibile anche grazie al contributo di Luisa Stagni, drammaturga e interprete non vedente.

L’appuntamento è stato annullato in conseguenza del D.P.C.M. del 4 marzo 2020 in merito al Covid 19

23 aprile 2020 ore 21:00
Teatro India
Lungotevere Vittorio Gassman, 1

Antigone

di Sofocle
uno spettacolo di Massimiliano Civica
con Oscar De Summa, Monica Demuru, Monica Piseddu,
Francesco Rotelli, Marcello Sambati
costumi di Daniela Salernitano
fantoccio realizzato da Paola Tintinelli
traduzione e adattamento di Massimiliano Civica
Massimiliano Civica rilegge l’Antigone di Sofocle per interpretare i fenomeni politici della nostra contemporaneità alla luce della questione del rapporto fra l’identità di un leader e il popolo che rappresenta. Attorno alla nota vicenda del cadavere insepolto per bando di Creonte, che obbliga i diversi personaggi della tragedia a regolare il proprio comportamento sullo spartiacque del consenso e del disaccordo, si sviluppa nella rilettura registica e drammaturgica di Massimiliano Civica una visione in chiave inedita dell’eroina protagonista, colpevole al pari di Creonte. Il loro destino tragico è stabilito dal loro carattere superbo e dalla loro incapacità di dare ascolto alle ragioni degli altri.
Casa dello spettatore all’interno della programmazione teatrale romana compone percorsi di visione strutturati sulla base di nuclei tematici o di linguaggio, aperti anche ad una combinazione personale, operata dal pubblico. Percorsi nella città e nella cultura, tappe di un viaggio che, attraverso incontri prima e dopo la visione, costituisce un’esperienza che intreccia conoscenza ed emozione. Il risultato è la nascita di piccole comunità di spettatori e spettatrici che riscoprono il piacere di frequentare il teatro insieme.
DIALOGO CON GLI ANTICHI fa parte della programmazione per la stagione 2019/2020 di “Casa dello Spettatore. Per una formazione del pubblico” realizzato con il sostegno del MiBACT

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2021-01-09T13:31:51+00:00