I Bambini e ArtCity 2018

La Didattica della visione tra Museo e Teatro

La ricerca di Casa dello Spettatore sulla didattica della visione tra teatro e museo continua e inaugura un nuovo capitolo. “I Bambini e ArtCity” è il nuovo progetto di educazione al teatro che struttura una correlazione organica tra l’esperienza della visita e quella della visione: sette siti culturali tra i più belli del Polo Museale del Lazio ospitano sette spettacoli teatrali destinati alle nuove generazioni. Per ogni appuntamento è prevista una particolare attività di accompagnamento alla visita e di introduzione allo spettacolo: tempi e pause da concedere allo sguardo dei bambini in una didattica della visione pensata come occasione di crescita condivisa e di educazione partecipata.

“I Bambini e Artcity” è inserito all’interno dell’iniziativa del Polo Museale del Lazio “ArtCity estate 2018” ed è destinato alla fascia d’età tra i 3 e i 10 anni e alle famiglie.

Programma

Villa Lante
Bagnaia (VT)

8 luglio 2018

di Francesco Niccolini, con Luigi D’Elia
regia Francesco Niccolini e Luigi D’Elia
scene Luigi D’Elia
con l’amichevole collaborazione di Enzo Toma, Luci Paolo Mongelli
una produzione Thalassia
distribuzione INTI
Terzo classificato Premio Nazionale EOLO Awards 2011 per il Teatro Ragazzi, Menzione speciale al Festival Festebà 2011

Ai giardinieri di Dio

Un piccolo uomo dal passo da pinguino entra in sala, si aggira nello spazio, chiede conferma a chiunque incontri che lì troverà dei bambini, che quello è un teatro, una scuola, un festival, una piazza. È un po’ confuso e soprattutto sporco. Ha una valigia recuperata chissà dove, tenuta insieme da spago e ricordi. Un barbone, verrebbe da pensare. Eppure quando parla sa essere molto tenero, e ti vien voglia di ascoltarlo, tanto sembra indifeso e bisognoso di aiuto. Ma chi è? Quando la sala è piena, guarda i bambini, tira un grosso sospiro e insieme alla sua valigia e alla sua strana andatura va in proscenio. È emozionato: vorrebbe parlare ma ha paura. Non trova il coraggio di iniziare. Poi, finalmente, attacca e racconta, racconta, racconta… racconta di nuvole perdute, cieli e montagne, ma soprattutto racconta di un grande uomo, piccolo giardiniere di Dio, della sua poetica resistenza e della sua ostinata generosità. Racconta dell’uomo che piantava gli alberi.

Museo Boncompagni Ludovisi
Roma

18 luglio 2018

di Dario De Luca
liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Mark Twain
con Elisabetta Raimondi Lucchetti e Davide Fasano
assistenza alla regia Gianluca Vetromilo

La guerra dei sessi è antica quanto l’umanità. Ed è quello che scopre Mark Twain traducendo il manoscritto originale – come lui racconta con il suo consueto senso dell’umorismo – dei diari di Adamo ed Eva. Partendo da questa “storica” traduzione, lo spettacolo racconta le inquietudini ed il modo di pensare dei primi due abitanti del pianeta, Adamo ed Eva, che cercheranno di intendersi nonostante le loro evidenti diversità. Trasformeremo una storia di costole, serpenti e mele in una dissertazione sulle relazioni tra uomo e donna usando le armi dello humor e del nonsense.

Museo delle Navi Romane
Nemi (RM)

13 agosto 2018

diretto e interpretato da Flavio Albanese
scritto da Francesco Niccolini
collaborazione artistica e Luci Marinella Anaclerio
scena da un idea di Marco Rossi e Paolo Di Benedetto
assistente alla regia Vincenzo Lesci
foto e video DIANE Ilaria Scarpa Luca Telleschi
consulenza scientifica Prof. Marco Giliberti
consulenza musicale Roberto Salah-addin ReDavid

Questo è il grande racconto del Tempo, diviso in quattro Capitoli. Il primo racconta il tempo in cui il Tempo non esisteva ancora: l’origine del tutto attraverso il mito, in particolare la teogonia di Esiodo. Il secondo descrive il tempo in cui la realtà era ciò che il buon senso e l’occhio umano potevano cogliere: al mattino il Sole nasce a est, la sera tramonta a ovest, dunque il Sole gira intorno alla Terra. Il tempo di Aristotele e Tolomeo. Il terzo racconta la rivoluzione copernicana in cui l’uomo scopre che la realtà non è quella che sembra. Ovvero: il Sole è il centro del mondo e la Terra immobile non è. L’ultimo è sul Novecento, da Einstein ai Quanti, quando l’uomo ha compreso che non solo le cose non sono come sembrano, ma probabilmente tutto – come in teatro – è solo illusione. Tutto questo raccontato da Crono – il Tempo in persona – prima imperatore dell’Universo e poi, sconfitto dal figlio Zeus, sempre più in disparte. Fino a sparire.

Museo Archeologico Nazionale
Tarquinia (VT)

25 agosto 2018

di e con Daria Paoletta,
costruzione del pupazzo Raffaele Scarimboli
consulenza artistica Nicola Masciullo
da un racconto popolare zigano

Un viaggio attraverso la storia di un popolo, quello tzigano, attraverso l’accettazione del diverso, il superamento delle avversità della vita, l’amicizia e la capacità di immaginare che il proprio destino non sia scritto ma è in continuo cambiamento. Tzigo, il pupazzo protagonista della storia, decide di mettersi in cammino sulla strada ‘alla ricerca della fortuna e della felicità’. Un viaggio iniziatico, una ricerca identitaria. La narratrice accompagna Tzigo che dal bosco si ritrova a casa della strega, dalla tomba della sua mamma alla caverna dei nanetti. Attraverso le stagioni, il giorno e la notte e l’incontro con alcuni aiutanti magici, parla del tempo della crescita, delle paure e dei silenzi, e di alcune domande. Cosa sono la fortuna e la felicità? Cosa significa essere zigano, oggi? Chi ha scritto la sua storia? Una fiaba a teatro per condurre anche i più piccoli alle domande della vita, senza retorica, senza da un racconto popolare zigano.

Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo Roma

1 settembre 2018

con Veronica Pavani, Camilla Dell’Agnola, Andrea Maurizi
drammaturgia e regia di Sista Bramini
costumi di Chiara Nordio
burattini di Marilena Muratori
luci in teatro di Carlo Oriani

Un fico, un picchio e una lupa alquanto malmessi vengono a sapere che il bosco nel quale vivono sta per essere tagliato. Al suo posto sorgerà un centro commerciale! I tre, disperati, in un sussulto di orgoglio, decidono di creare uno spettacolo per raccontare come i loro antenati, divennero geni protettivi di Roma. Furono loro a salvare i due gemellini, Romolo e Remo, urlanti in una cesta mentre stavano per affogare tra i flutti del Tevere! Fidando nella capacità del teatro di commuovere gli animi e scuotere le coscienze i tre cominciano le prove. Riacquistate miracolosamente le energie e le abilità di un tempo – grazie alle invocazioni degli dei antichi o al loro ritrovato entusiasmo? -, con canti, balli, litigi, capacità istrionica e momenti poetici i nostri eroi rievocheranno tutta l’incredibile vicenda: dalle profezie sul destino di Roma fino al drammatico litigio tra Romolo e Remo prima della fondazione di Roma… il Sole gira intorno alla Terra. Il tempo di Aristotele e Tolomeo. Il terzo racconta la rivoluzione copernicana in cui l’uomo scopre che la realtà non è quella che sembra. Ovvero: il Sole è il centro del mondo e la Terra immobile non è. L’ultimo è sul Novecento, da Einstein ai Quanti, quando l’uomo ha compreso che non solo le cose non sono come sembrano, ma probabilmente tutto – come in teatro – è solo illusione. Tutto questo raccontato da Crono – il Tempo in persona – prima imperatore dell’Universo e poi, sconfitto dal figlio Zeus, sempre più in disparte. Fino a sparire.

Abbazia Greca di San Nilo
Grottaferrata (RM)

2 settembre 2018

di e con Manuela Capece e Davide Doro
produzione Compagnia Rodisio
in collaborazione con Unicorn Theatre, Espace600, Teatro alla Corte/UOT, Centre d’Animation de la Cité

Una coppia di simpatici vecchietti racconta lapropria vita quotidiana, fatta di semplicità epurezza dei sentimenti. Calma apparente, ma solo al primo sguardo. Lo spettacolo, infatti, ci rivela la meraviglia e lo stupore nelle piccole cose prima di esplodere in un’inaspettata allegria, in un vortice di brio e di vivacità, fino a debordare nell’immaginazione, nella forza della creatività e nella follia dell’arte. Un’ode alla vita in piena regola dedicata a chi sa sognare e a chi vuole guardare il bello che ci circonda, che si conclude con una festa da ballo animata dall’energia del pubblico. Un vecchio e una vecchia ci raccontano la loro vita, senza parole. Hanno una meravigliosa piccola storia da raccontare. Sono fragili e forti al tempo stesso. Fatti di puro spirito, libertà e anarchia. Sono pieni di felicità e gioia. E ci raccontano di piccoli e profondi sentimenti. Ci raccontano della bellezza, con purezza e grazia. E follia.

Palazzo Farnese
Caprarola (VT)

7 settembre 2018

di e con Valerio Malorni
scene e consulenza alla regia di Fabrizio Pallara
tratto da Cesare Pascarella

Un uomo e la sua avventura, un viaggio verso ciò che ancora non si conosce; un racconto intimo, in una cucina, dentro la quotidianità e i gesti semplici. Come una fiaba presa tra le maglie della Storia la scoperta del nuovo mondo diventa occasione per guardare alla condizione dell’essere umano, alla sua natura tra vizi e talenti. Le speranze, le opportunità, le delusioni vengono attraversate in una narrazione tra realtà e fantasia. Il lavoro, scritto da Cesare Pascarella all’indomani dell’Unità d’Italia, evidenzia con affetto le qualità della cultura e del carattere italiano. Cinquanta sonetti in cui la musica delle parole, in romanesco semplice e diretto, dà forza e valorizza un racconto lontano. Dal sogno della partenza all’illusione del ritorno, uno sguardo sulla costanza e la tenacia di un navigatore.

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2021-01-09T13:39:00+00:00